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
CHI L'HA VISTO - BAMBINO PRELEVATO CON FORZA DALLE AUTORITA' ALL'USCITA DELLA SCUOLA IN PROV.PADOVA
- Published_at:2012-10-11
- Category:News & Politics
- Channel:nico68bi
- tags:
- description: N.B.: Per motivi di copyright (quello che è stato detto, sarà...) non può essere mandato in onda il video. Qui vi sono alcune immagini con l'audio originale di ciò che è accaduto. La trasmissione televisiva "Chi l'ha visto?", andata in onda il 10 ottobre 2012, ha mostrato il filmato dell'azione delle Forze dell'Ordine, su disposizione dei Servizi Sociali, in una scuola elementare di Cornaro di Cittadella, in provincia di Padova. Il bambino di dieci anni, con i genitori separati, doveva essere trasferito in una struttura protetta su ordine del giudice. Per tale "violenta" azione, è stata annunciata dalla popolazione del paesino una manifestazione di protesta. Padova - Il giudice ha deciso e le Forze dell'Ordine debbono rendere esecutive le decisioni. E' la legge e non si discute, non ammette ignoranza, anche innanzi a casi di minori che non ne vogliono sapere di dividersi dal proprio genitore con cui vive. Ma il filmato mandato in onda dalla trasmissione televisiva della RAI "Chi l'ha visto?" mostra un'esecuzione di un'ordinanza svolto con forza, che ha scatenato una serie di polemiche a causa dell'azione di forza con cui gli agenti di Polizia hanno prelevato un bambino in una scuola di Cornaro di Cittadella. La decisione del giudice, secondo quanto si legge dall'ordinanza e da quanto detto durante la trasmissione "Chi l'ha visto", è stata di sottrarlo alla potestà di entrambi i genitori, pur sapendo che il bimbo di 10 anni voleva rimanere con la madre. Naturale è stata la reazione del piccolo di opporre resistenza. Dalle immagini, girate con un telefonino da un parente della madre, si presume, si vede chiaramente che l'intervento degli agenti è stato piuttosto determinato. Difatti gli agenti hanno dovuto prelevare il bambino che, tra grida e lamenti, si divincolava, cercando di scappare. Scene difficili da "digerire", che hanno immediatamente scatenato la polemica. Il piccolo infatti è al centro di un'aspra contesa fra i genitori separati e il giudice ha ritenuto opportuno sottrarlo alla potestà di entrambi, affidandolo a una struttura protetta. Come potrete vedere nel filmato il bambino urla e chiede aiuto mentre gli agenti lo caricano su un'auto di servizio. Dopo alcuni momenti di "pura e folle brutalità" verso il minore da parte degli agenti di Polizia, che lo sollevavano con forza per dar corso all'ordinanza, interviene una zia del piccolo che cerca di fermare gli agenti. A quel punto e dopo non aver dato spiegazioni (lo prevede la legge) un ispettore donna in borghese della Polizia di Stato con tanto di distintivo appeso al collo , rivolgendosi alla zia del bambino "maltrattato" dice «Io sono un ispettore di Polizia, lei non è nessuno». Per dover di cronaca, bisogna porre in evidenza che l'esecuzione dell'ordinanza è stata svolta dopo aver fatto allontanare i bambini dall'aula dove stava il piccolo in oggetto, anche se udivano le urla. Inoltre, c'è stato un momento dove il bimbo, caricato con forza nell'auto degli agenti, ha detto che gli mancava l'aria e la zia chiedeva l'intervento di un'autoambulanza, naturalmente negato. Certo, l'ordinanza doveva essere eseguita, la legge non ammette ignoranza, né bontà di cuore. Ma le scene del video la dicono lunga sui metodi utilizzati per eseguire certe delicate ordinanze, dove la bontà di cuore dovrebbe prevalere se l'oggetto dell'ordinanza è un minore. Eppure sull'ordinanza era scritta chiaramente che l'intervento della Forza pubblica doveva essere eseguito "nelle forme più discrete e adeguate al caso". Interpretazione vaga? Abuso di potere? Noncuranza? Fa discutere e per dirla tutta fa indignare, e questo lo sottolineo con veemenza, l'affermazione dell'ispettore «Io sono un ispettore di Polizia, lei non è nessuno». Traete voi le conclusioni per tale affermazione che ha tutti gli estremi per un abuso di potere. Certa gente investita di cariche responsabili dovrebbero cambiar lavoro. Non sono degne della carica pubblica che ricoprono. A cosa servono, mi chiedo, tutte le leggi a tutela dei minori? A cosa servono i servizi sociali se poi questi sono tra i primi a consentire tali brutali azioni? A cosa servono, qualcuno mi risponda! E mi auguro che lo faccia qualcuno della Polizia di Stato e dei servizi sociali, ovvero personale specializzato. Nico Baratta http://www.newsgargano.com/
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