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Sono Disabile Ma Ho Finto Di Non Esserlo
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Sono Disabile Ma Ho Finto Di Non Esserlo
  • Published_at:2019-03-01
  • Category:People & Blogs
  • Channel:STORIE VERE
  • tags: storie animate. Ora della favola. Storie vere di vita reale. bugie disabile handicap amici scuola adolescente photoshop viaggi instagram solitudine dolore
  • description: Lei è Katie e la storia che vuole raccontarci parla di bugie. Purtroppo, a causa di una malattia che la colpì da piccola, Katie è costretta su una sedia a rotelle. Ma non è della sua condizione che ci vuole parlare. Basti sapere che non può uscire troppo a lungo, perciò passa gran parte del suo tempo in casa. Ma se il suo corpo non funziona a dovere, il suo cervello sì, eccome. Katie ha lo spirito di una ragazza che vuole vedere il mondo, avere hobby, uscire con gli amici. Purtroppo però di amici non he ha davvero, ha studiato in casa per quasi tutto il tempo, e nei periodi in cui andava a scuola, i bambini erano molto impacciati vicino a lei. Pensavano forse che fosse disabile anche di mente o chissà cosa, anche se era evidentemente normalissima. Insomma, per quasi tutta la vita Katie è stata sola. Ma non se ne lamenta, ha di che essere soddisfatta nella vita. Soprattutto è grata a coloro che hanno inventato internet, non potete capire che benedizione sia per le persone come lei. È in internet che ha finalmente trovato degli amici, per lo più altre persone disabili o che comunque non possono muoversi da sole. Ad ogni modo, Katie sentiva la mancanza di una parte importante della socializzazione, ovvero condividere le sue esperienze. Ma che esperienze poteva condividere, i vari ricoveri e le visite mediche? Fu allora che le venne l'idea di creare un profilo social falso, una “Katie” inesistente, una normalissima teenager con una vita molto attiva. Ma come poteva postare foto interessanti se al massimo poteva farsi un selfie in camera sua? Beh, semplice: creatività, immaginazione e un bel po' di photoshop ed ecco che la vita diventa super eccitante! C'erano molti modi per riuscirci. Primo, mettere la sua faccia sulle foto di qualcuno altro, cosa però davvero difficile. Oppure, trovare qualcuno che visto da lontano le somigliasse e usare le sue foto. O meglio ancora, foto di qualcuno col viso coperto (tipo durante un'immersione!). Ad esempio, una volta si scattò un selfie con una foto della torre Eiffel sullo sfondo e sembrava davvero che fosse a Parigi! Come potrete immaginare, il suo hobby diventò quasi un'attività a tempo pieno. Katie non sa spiegare quanto fosse eccitante pianificare la sua vita virtuale parallela in modo che sembrasse perfettamente coerente. La mamma si preoccupò un po' nel vederla totalmente presa dal suo hobby. Ma le assicurò che lo faceva solo per divertirsi. Nel frattempo, la Katie virtuale stava diventando piuttosto popolare. Era così positiva, entusiasta e sempre alle prese con attività interessanti da raccontare e condividere, i posti che visitava, le cose che faceva, ecc. Arrivarono sempre più follower, e questo spingeva Katie a inventare sempre nuovi modi per non venire sbugiardata. Ad un certo punto i follower erano diventati davvero troppi, tanto che il pericolo che qualcuno scoprisse la verità era ormai fuori dal suo controllo. Ma lei adorava vedere i commenti della gente alle sue foto, erano tutti così carini, le chiedevano tante cose, ed erano tutti così naturali. Ma non poteva andare avanti così per sempre. Aveva deciso che la sua Katie virtuale si trovava in vacanza a Dubai in qualche hotel famoso e faceva un sacco di shopping. Poi però una delle sue follower più “devote”, vedendo il tag, la contattò pubblicamente: “Oh Katie! Sono anche io in quell'hotel!! Incontriamoci!” ops! Katie fu colta di sorpresa. Rispose molto vagamente “Scusa non posso, speriamo un'altra volta” Bastò questo per irritare i follower. Una valanga di commenti che andavano dal “ma che arrogante” al “che c'è, ti vergogni?”. Lei continuava con scuse da quattro soldi, «non mi sento bene”, “riparto domani” e via così. Ma niente, ormai si era scatenata una tempesta di commenti che insistevano perché almeno salutasse la sua fan e si mostrasse “reale”. Katie si rese conto che non era costretta a rispondere, ma le piaceva così tanto interagire e commentare che la faccenda sfuggì presto al suo controllo. Cosa poteva fare? Chiudere il profilo e aprirne uno nuovo? No, era un peso troppo grande. Perciò prese una decisione. Si scattò un selfie finalmente vero, in sedia a rotelle, e lo postò sul profilo. Scrisse tutta la verità, chi era davvero e perché aveva inventato quel profilo. Domandò scusa per tutte le bugie che aveva raccontato e disse che avrebbe chiuso il profilo all'istante. Stava per farlo, quando iniziò a ricevere dei messaggi privati. Alcuni erano di hater, ma la maggior parte erano parole di sostegno da molti follower, inclusa la ragazza che voleva incontrarla a Dubai. Non si aspettava un simile supporto, e non era sicura di cosa rispondere. Alla fine però, la gente sembrò capire. Ora Katie ha cancellato il profilo ma è rimasta in contatto con parecchi suoi “ex” follower, anzi alcuni sono diventati suoi veri amici. Alla fine ha perso la sua vita virtuale, ma ha guadagnato degli amici reali. Ne è valsa davvero la pena.
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